
Uno degli aspetti più emblematici della sordità è quello di essere un deficit in qualche modo nascosto. Dobbiamo tenere conto che le persone deboli di udito tendono a nascondere questo problema poiché sono naturalmente aiutati dalla poca visibilità fisica della sordità. La persona audiolesa è condizionata dal suo stato, dal suo modo di sentire. Sviluppa una maggiore sensibilità e se da un lato questa è necessaria per compensare le difficoltà uditive, dall’altro, comporta una iper attenzione che tende a sovradimensionare aspetti e particolari anche di poco conto. Ciò lo induce a verificare continuamente quello che accade intorno a lui e fargli cogliere contraddizioni che alimentano tensioni, sospetti, incertezze. Un altro aspetto che caratterizza la persona debole di udito risiede nel senso di vergogna, spesso vissuto in modo molto forte. Preferisce l’isolamento (mantenendo attivi solo i rapporti indispensabili) e manifesta atteggiamenti rinunciatari verso iniziative di aiuto poiché comporterebbero la violazione di un tabù diffuso: parlare della sordità. In Italia questo è diventato un problema serio: da un lato siamo il paese con il più alto numero di anziani e, dall’altro le vendite di apparecchi acustici sono tra le più basse in Europa. E non solo; in questi numeri, che non ci fanno certo onore, si riscontra che (sempre in Italia) il maggior numero di apparecchi acustici venduti (o preferiti per meglio dire), sono quelli piccolissimi, inseriti nella cavità dell’orecchio e per questo chiamati invisibili contro il maggior numero di protesi acustiche addirittura colorate che sono in testa alle vendite in paesi come la Norvegia ! Una parte della responsabilità di questo divario va anche ai pubblicitari. Ci sono troppe pubblicità che, attraverso un me

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