Finalmente un articolo ben fatto... e non da leggere necessariamente nei luoghi di settore...
La Sordità ed i disturbi uditivi ad essa legati costituiscono un serio problema medico e sociale, ancora oggi sottovalutato, nonostante ne sia interessato una parte importante della popolazione. Colpisce gravemente l’età infantile ove può provocare severe alterazioni nello sviluppo del linguaggio e conseguenti problematiche nella comunicazione e nell’assetto psicologico del bambino e gravi situazioni di disagio sociale nelle famiglie; interessa fortemente anche l’età giovanile come conseguenza di stili di vita ed abitudini errate, l’età lavorativa a causa dell’esposizione al rumore, e la popolazione anziana per gli inevitabili processi di deterioramento sensoriale legati all’età. Vi è poi il problema dell’inquinamento acustico ambientale che interessa milioni di italiani e può provocare seri disturbi uditivi e di altri apparati vitali. Gli acufeni o ronzii sono spesso disabilitanti e costituiscono un problema medico in parte ancora da risolvere.
La Ricerca audiologica è un cantiere aperto: negli ultimi anni si sono registrati incoraggianti progressi sia in laboratorio che nell’uomo, come nel campo della individuazione di molte sordità genetiche, della diagnosi precoce della sordità infantile già a pochi mesi di vita, del trattamento bio-elettronico delle forme più gravi di sordità neurosensoriale mediante chirurgia implantologica, degli studi sul possibile impiego riparativo delle cellule staminali, dell’individuazione delle sordità causate da disordini autoimmunitari, dello studio e trattamento moderno degli acufeni, dell’impiego di nuovi farmaci protettivi per l’udito, della realizzazione di moderni apparecchi acustici correttivi di tipo digitale.
LA SORDITA’ INFANTILE
La sordità infantile rappresenta una problematica frequente nell’ambito della popolazione italiana; sono circa 1500-2000 i bambini che nascono ogni anno, nel nostro paese, con ipoacusia grave. La ipoacusia, ossia il deficit funzionale dell’organo dell’udito, nei bambini è nella stragrande maggioranza (circa il 90%) dei casi congenita, legata cioè ad agenti che intervengono nel periodo pre e peri-natale. Le cause ereditarie sono le più frequenti (oltre il 50%), seguite da quelle infettive, tossiche, da sofferenza fetale, traumatiche. Di queste solo una metà vengono identificate prima dell’anno di vita, le altre vengono identificate tardivamente con una enorme ricaduta negativa sullo sviluppo comunicativo e cognitivo del bambino. Alcuni dati statistici descrivono bene la situazione in Italia:
• le sordità insorte prima o al momento della nascita costituiscono l’ 80% fra tutte le sordità infantili gravi; le sordità comunque acquisite prima dei tre anni, in periodo di apprendimento del linguaggio, costituiscono un ulteriore 10%;
• 1-2 bambini su 1000, nati apparentemente sani, presentano sordità alla nascita;
• 5-10 bambini su 100 nati a rischio, con varia patologia neonatale, presentano sordità;
• il 25-30% delle sordità precoci infantili sono di origine sconosciuta ma verosimilmente una parte di esse potrà essere in un prossimo futuro classificata come di origine genetica;
• in Italia sono circa 25.000 i bambini al di sotto dei 10 anni che hanno disturbi della comunicazione per deficit uditivo di vario grado;
• sono circa 6500-7000 i bambini le cui famiglie richiedono ogni anno il sostegno scolastico per problemi uditivi.
La diagnosi tardiva rende tutto molto più faticoso per il bambino. L’unica possibilità di arginare gli effetti dell’ipoacusia è costituita dalla prevenzione e dalla diagnosi precoce. La diagnosi può essere considerata ‘precoce’ se effettuata e confermata entro i primi 6-8 mesi di vita. Fino alla metà degli anni Novanta l’età media di prima diagnosi anche nei Paesi più industrializzati è stata di 30-36 mesi quindi in notevole ritardo rispetto ai tempi di acquisizione fisiologica del linguaggio.
LA SORDITA’ NELL'ANZIANO
La Sordità nell’anziano, o presbiacusia, è favorita da complessi fattori, tra cui quelli legati a processi neuro-degenerativi, circolatori e vascolari, ed è tra le condizioni più disabilitanti nella popolazione della cosiddetta terza età. L'isolamento prodotto dall'insufficienza di stimolazioni uditive va sicuramente a peggiorare la già precaria qualità della vita riducendo ulteriormente il suo livello di autonomia, le capacità di vita di relazione, il suo assetto cognitivo, psicologico ed emozionale.
Un salto in avanti nella qualità tecnologica degli apparecchi acustici ed una preparazione più qualificata, di livello universitario, degli operatori addetti alla protesizzazione acustica (audioprotesisti) hanno di fatto già prodotto un miglioramento del livello assistenziale e riabilitativo, ma ancora non sono molti gli anziani che utilizzano con continuità e profitto l’ausilio protesico e che si sottopongono ad un idoneo allenamento acustico, indispensabile quando, come nell’età avanzata, si devono rimodellare le strutture del sistema nervoso centrale. Un aiuto importante in questo settore può derivare dalla ricerca scientifica sui processi di invecchiamento sensoriale uditivo, sui mezzi farmacologici per prevenirlo e rallentarlo, sulle tecnologie di correzione protesica. Educare ed informare gli anziani e le loro famiglie sulle conseguenze di un isolamento uditivo e sulle possibilità mediche e rieducative, incoraggiandoli a sottoporsi a test uditivi in ambiente clinico, informandoli sulle possibilità di correzione con un idoneo apparecchio acustico ed abbattere le remore psicologiche ancora troppo radicate. Ed inoltre assistere l'anziano in tutto il suo cammino successivo promuovendo incontri periodici con personale qualificato, affinché lentamente, ma fattivamente, possa avvantaggiarsi in pieno della correzione offerta dallo strumento acustico e dalla rieducazione all'ascolto. Migliorare la sua integrazione nella società ed educare il cittadino ad accettare ed aiutare l'anziano che presenta difetti comunicativi; rallentare e prevenire, suggerendo idonei interventi di igiene di vita, i processi di invecchiamento sensoriale.
IL RUMORE AMBIENTALE: Un grande rischio per l’udito e per la qualita’ della vita
Dei ben sette milioni di italiani con problemi o disturbi uditivi, due milioni di adulti sono colpiti da Sordità a causa di attività lavorative in ambiente rumoroso, con ripercussioni che possono assumere carattere di particolare gravità sulla capacità produttiva e sulla vita di relazione del soggetto, nonché sui costi sociali.
I limiti di rumore imposti per la sicurezza sul lavoro, benché fissati dalle norme comunitarie e recepite dalla nostra giurisprudenza con il D.Lgs. 15 agosto 91 n. 277, sono provvisori e non tutelano in maniera certa le persone esposte e comunque non esistono mezzi di controllo adeguati alla vastità del problema.
L’inquinamento acustico nell'ambiente di vita, originato per esempio dal traffico, dalle attività ed apparecchiature condominiali, ha raggiunto in molte città livelli inaccettabili, fuori dai limiti raccomandati dall'Organizzazione Mondiale di Sanità ed imposti dalla normativa di legge vigente (Legge quadro n. 447/95), colpendo senza esclusione l'apparato uditivo di bambini, adulti ed anziani. Ma tale fonte di disagio è in grado di comportare anche problematiche sul riposo e sul sonno, sulla capacità di concentrazione e studio, sull’equilibrio psicofisico del soggetto che ‘subisce’ il rumore ed infine problematiche patologiche reattive a carico dell’apparato cardiovascolare, ormonale e del sistema nervoso centrale. Tutte le attività rumorose non possono superare il limite della ‘normale tollerabilità di ogni cittadino che desidera quiete e riposo, come stabilito dalle vigenti disposizioni di legge; tutte le sorgenti rumorose dovrebbero essere acusticamente isolate in modo che suoni e vibrazioni non si trasmettano nelle vicine abitazioni.
(da correrenelverde.it)