15 agosto, 2006

Il dilemma della “prova”...


Un apparecchio acustico è un dispositivo medico così definito in base al D.L. 24/2/1997 n. 46 e in questo caso si rientra nella obbligatorietà prevista dalla legge di dover garantire la rintracciabilità totale del prodotto e la sua installazione univoca. Per questo in quelle aziende che offrono le protesi acustiche in prova ci dovrebbero essere registri a parte poiché, se la protesi non viene più assegnata al cliente va distrutta o decostruita e sottoposta ad un ricondizionamento igenizzante e sterilizzante. L’importanza e il valore di tutto ciò è dimostrato anche dal fatto che l’obbligo della rintracciabilità è stato recentemente elevato per legge dai 5 anni di prima ai 10 di oggi (come per le automobili) A garanzia del cliente. Ma non solo, in caso di un malfunzionamento all’origine, il nostro sforzo (e quello del paziente) rischia di essere vanificato; sia detto per inciso, oggi sono stati raggiunti notevoli livelli di sofisticazione, però può succedere. Per i circuiti prodotti in serie solo l’installazione univoca rende possibile risalire a tutta la catena che va dal produttore di componenti all’assemblatore, da chi lo mette sul mercato all’audioprotesista e naturalmente arrivare al cliente. Inoltre gli apparecchi acustici, eventualmente reimmessi dopo una prova, non sarebbero da considerarsi come nuovi. Di fatto se viene ritirato un apparecchio acustico da una prova e non si segue l’iter descritto, si è perseguibili per reato di truffa o frode in commercio. Ci sono anche altri dispositivi medici, come questi raffigurati, come mai non sono offerti in prova ? Perché non c’è la pubblicità! E’ evidente che se da un lato la “prova” può interessare il cliente, dall’altro va detto che non si tratta di una lavatrice. Quando la prova viene proposta dalle aziende si tratta di un escamotage commerciale che “spinge” la vendita e successivamente ne diminuisce automaticamente la responsabilità del venditore: “l’aveva provato…quindi va bene”. Nessun dispositivo medico al mondo e in nessun settore offre possibilità immediate di risultati: da una semplice dentiera ad un più complesso arto ortopedico. Chi li ha utilizzati sa oggi che ci è voluto un po’ di tempo e convincimento personale… non certamente prove. Evidentemente ciò non succede poiché sono coinvolti aspetti igienici rilevanti al pari di altri dispositivi medici, proprio come le protesi acustiche dove hanno provato ampiamente come siano inevitabilmente recettori di agenti patogeni, quindi trasmissibili (basta fare una ricerca in internet per rendersi conto di quanto sia dibattuto il problema).Certo, se la pubblicità insiste, i clienti poi lo pretendono ma siamo sicuri di non creare false aspettative e che proprio dietro a queste, invece, non ci siano le ragioni di cosi tanti abbandoni nell’uso delle protesi acustiche? Sentire è una attività complessa, e come tale va gestita per ottenere quei risultati positivi che hanno i nostri pazienti. Siamo consapevoli che una “prova” semplicemente non ha senso poiché su ben altro dovremo lavorare. Non è il modo migliore di garantire l’impegno e la professionalità; il senso di una dimostrazione è e rimane solo quello di far toccare con mano, di dare una idea di come funziona e far passare una prima importante sensazione che motivi seriamente e serenamente la volontà di voler sentire meglio!!! E il risultato migliore è quello di far tornare a “comunicare” parlando concretamente degli obbiettivi sui quali (ricordiamolo) è chiamato a “lavorare” anche il cliente!
A nessuno verrebbe mai in mente, se non fosse che questa “sciocchezza” è pubblicizzata e vista come una garanzia, di “provare” una dentiera !
O no ?

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