Anche questo è un aspetto molto drogato da pubblicità fasulle che promettono sia risultati immediati che traguardi irraggiungibili. Qui l’ausilio uditivo viene presentato come un sostituto dell’orecchio e questo causa aspettative molto forti. Se da un lato proprio queste aspettative sono la forza che fa muovere l’audioleso verso l’idea di iniziare a pensare all’apparecchio acustico, questa stessa si ritorce contro nella misura in cui diviene evidente che la realtà è diversa.Occorre rendere responsabile il cliente facendo leva sulla propria autonomia di giudizio, facendogli riconoscere il contenuto commerciale e come e quanto tutte le pubblicità si spingano ben oltre la verità e non solo quelle del nostro campo. A tutte le obiezioni, false aspettative, diffidenze in genere, l’audioprotesista dovrà, ancora una volta, tendere una mano.
“Conoscere” significa sapere a cosa si va incontro ed essere preparati ad affrontare i cambiamenti; occorre quindi innescare, attraverso un vero percorso informativo, la costruzione di un meccanismo trasparente e veritiero che innesti fiducia. Si tratta insomma di far risaltare uno stile, farsi riconoscere “al posto giusto e nel momento giusto”, al di là del prodotto, al di là della esaltazione sulla qualità (pur sempre importante), il cliente va innanzitutto rassicurato. Anche ribadire che le informazioni, le confidenze raccolte, rimarranno riservate, sono atteggiamenti che inducono alla simpatia, che distinguono. Tra l’altro, le informazioni su esami e anagrafiche in genere, per la nota legge della privacy, è obbligatorio ricevere il consenso per farsi autorizzare l’archiviazione e la custodia dei dati personali.
Occorre trasformare quegli atteggiamenti di diffidenza in fiducia, la freddezza in cordialità e gestire la crisi come un momento di sviluppo importante. E’ necessario che il cliente percepisca l’attenzione massima e l’attribuzione di importanza che gli diamo condividendo il piano di intervento. Quindi anche altri elementi come spegnere il telefono, evitare rumori di fondo, non essere troppo appariscenti nel vestire e altro ancora, contribuiscono a far passare il messaggio.
“Conoscere” significa sapere a cosa si va incontro ed essere preparati ad affrontare i cambiamenti; occorre quindi innescare, attraverso un vero percorso informativo, la costruzione di un meccanismo trasparente e veritiero che innesti fiducia. Si tratta insomma di far risaltare uno stile, farsi riconoscere “al posto giusto e nel momento giusto”, al di là del prodotto, al di là della esaltazione sulla qualità (pur sempre importante), il cliente va innanzitutto rassicurato. Anche ribadire che le informazioni, le confidenze raccolte, rimarranno riservate, sono atteggiamenti che inducono alla simpatia, che distinguono. Tra l’altro, le informazioni su esami e anagrafiche in genere, per la nota legge della privacy, è obbligatorio ricevere il consenso per farsi autorizzare l’archiviazione e la custodia dei dati personali.
Occorre trasformare quegli atteggiamenti di diffidenza in fiducia, la freddezza in cordialità e gestire la crisi come un momento di sviluppo importante. E’ necessario che il cliente percepisca l’attenzione massima e l’attribuzione di importanza che gli diamo condividendo il piano di intervento. Quindi anche altri elementi come spegnere il telefono, evitare rumori di fondo, non essere troppo appariscenti nel vestire e altro ancora, contribuiscono a far passare il messaggio.
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